Linda Christy, Naomi e Cindy tornano in The super Models
The Super Models
Christy Turlington, Naomi Campbell, Linda Evangelista e Cindy Crawford (©Rafael Pavarotti / Vogue)

di Antonio Facchin

  

Proprio meno di un mese fa, nel notare che le attrici da Oscar avessero ormai surclassato le modelle nelle principali campagne pubblicitarie, le avevamo ricordate ai tempi in cui Gianni Versace le trasformò in icòne del cinema, quindi in modelle superstar: in una parola, in supermodels.

Ignorando che Linda Evangelista, Christy Turlington, Naomi Campbell e Cindy Crawford stessero nel frattempo tornando alla ribalta mediatica con The Super Models, una docuserie in programmazione dal 20 settembre su Apple TV +. Un “colpaccio” che aiuterà la pay tv della mela a contrastare l’irriducibile concorrenza, e un progetto di cui le quattro supermodelle, che espressero le loro capacità imprenditoriali anche in un self-branding che ha fatto storia nella moda, sono altresì co-produttrici.

La mini serie in 4 parti “diretta da Roger Ross Williams e Larissa Bills per la Imagine Entertainment, casa di produzione di Brian Grazer e Ron Howard, racconta il fashion world tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90, quando la moda, da realtà per pochi eletti, si è trasformata in un pilastro dell’intrattenimento mainstream accanto a cinema, televisione e musica”. Così la annuncia Sally Singer su Vogue in un articolo (in Italia sul numero di settembre) corredato da un servizio fotografico di Rafael Pavarotti, che rinverdisce i fasti degli anni che le videro protagoniste assolute di passerelle, campagne pubblicitarie, copertine. Quelli in cui le quattro ragazze “speciali” divennero addirittura più importanti dell’industria che le ingaggiava – a caro prezzo – confluendo nella cultura pop e animando il jet-set di allora. E senza aver fatto parte di quegli ambienti prima di allora: per Roger Ross Williams (il regista) erano quattro “outsider di provincia”.

Linda Evangelista, Cindy Crawford, Christy Turlington e Naomi Campbell: il ritorno delle supermodels in una docuserie

Essere supermodel al tempo dei social

Divertente la reazione che ha suscitato sui social la “lugubre” (per molti) copertina che le ha repentinamente riportate all’attenzione dei media. Ma se pure la nuova serie dovesse proporci quattro nuove Desperate Housewives poco importa: L’importante è che ne abbia la stessa qualità.

Prima comunque di entrare in medias res, come si suol dire, una riflessione sorge spontanea: se solo consideriamo infatti l’età della veterana, che sfiora i 60 anni, si comprende come il modelling, con la sua etica del lavoro, la disciplina, il rigore e le rinunce alimentari, sia evidentemente un’ottima palestra di vita, forse al pari della danza classica. Trattarne in tv può quindi essere utile se non addirittura educativo. Se poi lo si fa in tempi in cui l’apparenza è diventata per molti l’unica ragione d’essere, è d’uopo precisare che Linda, Christy, Naomi e Cindy elevarono l’apparire a espressione artistica. Insomma, se proprio si deve attirare l’attenzione altrui a tutti i costi (considerando che l’egocentrismo è insito nella natura umana), che si aspiri almeno a farlo al loro livello.

Linda Evangelista e Christy Turlington (© Rafael Pavarotti / Vogue)

Linda, magnetico camaleonte

Non esiste foto in cui Linda Evangelista somigli alle altre immagini che la ritraggono, tale era la sua capacità di trasformarsi; e non c’è ritratto che non doni emozioni. E ciò non solo grazie ai coiffeur che ha talvolta reso celebri per i repentini e frequenti cambi di tinta. Ma soprattutto per quella innata dote di saper recitare davanti a un obiettivo esprimendo eleganza, seduzione, carisma. Per vent’anni lontana dai riflettori e impegnata nel ruolo di mamma (ha un figlio nato da una relazione con François-Henri Pinault, Mr. Gucci/Kering per intenderci) tornò a far notizia per gli imprevedibili effetti collaterali di un trattamento di criolipolisi mirata cui si sottopose forse in previsione di un ritorno in passerella.

Nel 2017 Donatella Versace decise infatti di ricordare il fratello Gianni – a 20 anni dalla morte – riportando in passerella proprio le supermodels. Della Evangelista spiccò l’assenza, tra Cindy, Naomi, Claudia Schiffer, Carla Bruni ed Helena Christensen. Ma si corse ai ripari nel 2022 quando Fendi la scelse per celebrare i 25 anni della baguette; Linda Evangelista tornò allora in copertina e in passerella suscitando grande curiosità.

Indelebile resterà comunque il ricordo di quando era musa di quasi tutti i più grandi stilisti – Gianfranco Ferrè in primis che la affidò all’obiettivo di Steven Meisel per una campagna pubblicitaria che ne esaltò lo stile androgino, che poi Linda espresse a pieno nell’era grunge, quando la moda si fece meno glamorous. Finendo per “sedurre” anche George Michael che la volle nella clip Too Funky, ma soprattutto in Freedom! ’90 insieme alle altre supermodelle protagoniste della copertina di British Vogue del gennaio 1990, a firma Peter Lindbergh.

A settembre la troveremo anche in libreria: sulle pagine di  Linda Evangelista Photographed by Steven Meisel.

Le quattro Supermodels con Tatjana Patitz, scomparsa l'11 gennaio 2023 
(©Peter Lindbergh/British Vogue)
 Le quattro Supermodels con Tatjana Patitz, scomparsa all’inizio di quest’anno
(©Peter Lindbergh/British Vogue)

Christy Turlington: un ineguagliabile mix di classe, raffinatezza, intelligenza e riservatezza

Scoperta dalla Ford Model Management poco più che quattordicenne, Christy Turlington è stata il volto di più di 500 copertine, di Eternity di Calvin Klein (grazie al quale divenne una delle modelle più costose di allora), di Maybelline prima di entrare nella Trinità di Gianni Versace. Non appena poté, lasciò le passerelle per riprendere gli studi interrotti precocemente, ma i fotografi (e le principali agenzie di pubblicità) non se ne dimenticarono. Così, finito di volare per ogni dove, continuò per vent’anni a prestare il proprio inconfondibile volto alla pubblicità. Appassionata di yoga e studiosa di scienze orientali ha fatto di queste passioni il fulcro delle sue attività imprenditoriali. Gestite e promosse mentre nel 2003 sposava, dopo alterne vicende, quell’Edward Burns di Salvate il soldato Ryan, diventando madre per ben due volte. E sarà proprio a seguito delle gravi difficoltà del primo parto che ha fondato l’organizzazione no profit Every Mother Counts per diffondere nel mondo un’adeguata assistenza sanitaria alle partorienti svantaggiate, iniziativa alla quale Christy Turlington continuerà a legare il suo nome. Con quell’equilibrio e riservatezza che l’hanno sempre contraddistinta.

Naomi Campbell e Cindy Crawford (© Rafael Pavarotti / Vogue for The Super Models)
Naomi Campbell e Cindy Crawford (© Rafael Pavarotti / Vogue)

Naomi da più di 30 anni sulle passerelle più prestigiose

Chi ha sempre calcato le passerelle sin dal suo esordio è Naomi Campbell. E nonostante sia da sempre una delle modelle più richieste –  la prima di colore a conquistare la copertina di Vogue – Naomi ha anche un curriculum artistico di tutto rispetto che l’ha qualificata per recitare in American Horror Story, tanto per citare la serie più premiata. Dall’età di 16 anni Naomi ha vissuto a Parigi con Azzedine Alaïa, che è stato per lei compagno, mentore e quel “padre” che non ha mai conosciuto, fino alla sua scomparsa, nel 2017.  Nel 2022 è diventata mamma della primogenita che porta sempre con sé e alla quale ha regalato un fratellino a fine giugno.

“Oggi, l’obiettivo di Naomi è quello di portare i giovani creativi dei mercati emergenti di Africa, Medio Oriente, Sud America e India sul «principale palcoscenico della moda», sfruttando i suoi rapporti con i grandi nomi del lusso per offrire opportunità e visibilità” ha confidato a Sally Singer. Dimostrando come abbia fatto tesoro della sua personale esperienza agli inizi di carriera, quando doveva puntare i piedi per ottenere i cachet delle colleghe bianche. In tempi in cui, anche grazie a lei, molto sta cambiando. E lo riprova la nomina di Pharrell Williams a nuovo direttore creativo per il mondo maschile Louis Vuitton.

Cindy, la più sensuale

Approdata a New York da Chicago già ventenne, Cindy Crawford incarnava allora un’ideale di bellezza di tipo californiano. A distinguerla – oltre alla bellezza, beninteso – un neo sul viso che ha fatto la differenza. Il successo la rese anche una Facile preda cinematografica. Di natura riservata, ha saputo negli ultimi due decenni avviare una serie di attività imprenditoriali di successo nel settore della bellezza e del lifestyle, mantenendo allo stesso tempo solidi rapporti con importanti brand di cui è stata testimonial. “Il suo lascito come supermodella consiste nell’aver mostrato al mondo come monetizzare la bolla della fama con discrezione sufficiente per non trovarsi mai sovraesposta”. Forte dell’esperienza di quando nei primi anni Novanta era moglie di Richard Gere e finirono – entrambi all’apice delle rispettive carriere – braccati dai fotografi animando le cronache del jet-set. Oggi Cindy Crawford vive dunque con “sana” riservatezza il suo essere moglie di un imprenditore di successo, seguendo la carriera della figlia Kaia Gerber.

Le supermodels sottobraccio in passerella, sulle note di Freedom!'90, per Gianni Versace nel 1991
Le supermodels sottobraccio in passerella, sulle note di Freedom!’90, per Gianni Versace nel 1991
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Di Antonio Facchin

Tecnico per la digitalizzazione dell'informazione (Immagini e testo), e per l'eventuale ricorso all'intelligenza artificiale nell'editoria digitale multimediale; di formazione classica con Laurea e Master in Scienze umanistiche (foto ©SimonaFilippini)

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